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Patrizia Manuela Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 13 novembre -  Meditazioni quotidiane - Giorno 317 -  UNA STORIA ZEN – I DUE MO


Prima di leggere portati nel tuo stato di ascolto interiore

Espira

Inspira

Segui il respiro fino a quando senti

un progressivo stato di rilassamento che entra in te

e osserva il tuo corpo materiale seduto sulla sedia.

osserva dove ci sono contrazioni nella colonna e nel resto del corpo

e respira in quelle zone,

rilascia le contrazioni, falle uscire

rendendoti così sempre più presente

dapprima nella tua forma fisica.

per poi diventare presente a te stesso.

Senti che stai lavorando con la tua interiorità,

e trova il tuo punto di centratura.

Poi leggi la storia Zen e ascolta cosa suscita in te.

In una giornata piovosa,

due monaci zen, Tanzan e Ekido,

camminavano lungo una strada,

che era davvero molto fangosa

e anche se stavano attenti, era molto difficile

riuscire a mantenere puliti se stessi e gli abiti.

Passando nei pressi di un villaggio

incontrarono una giovane donna

che cercava di attraversare la strada.

Il fango era così esteso e diffuso

che avrebbe rovinato il suo bellissimo kimono di seta

e indugiava sul bordo della strada cercando una soluzione.

Senza pensarci due volte, Tanzan la prese in braccio

la portò dall’altra parte della strada,

la salutò con un inchino e riprese il cammino.

I due monaci Zen proseguirono in silenzio.

Diverse ore dopo si trovarono nelle vicinanze del tempio

che li avrebbe ospitati per la notte.

Ekido non fu più capace di trattenersi e domandò:

“Perché hai portato quella ragazza al di là della strada?

Si suppone che noi monaci non facciamo cose simili!”

Tanzan lo guardò e gli rispose

“Io ho deposto la ragazza a terra ore fa,

tu la stai ancora portando con te.”

La storia è terminata.

Ora fermati

Osserva

Respira

Ascolta

Cosa ti suggerisce la tua interiorità?

Prima di continuare a leggere prendi nota mentalmente

di quello che emerge dai tuoi piani interiori.

È una risposta molto importante.

Fatto?

Nel riprendere la lettura di questa meditazione.

considera che sono diversi gli insegnamenti

che si possono trarre da questa storia.

Oggi mi soffermo, ancora una volta,

su ciò di cui è capace la nostra mente.

In un modo simile al monaco della storia

molte persone non sono consapevoli

di quello che accade nella loro mente,

(mi riferisco alla mente concreta o inferiore)

e nemmeno delle reali emozioni che provano

e degli attaccamenti che portano con sé.

Le emozioni, come pure tutti i tipi di attaccamento,

hanno un potente effetto condizionante

e possono essere più o meno positive

e coinvolgere scelte, decisioni e comportamenti.

In pratica condizionano la vita.

Nella nostra storia il monaco Tanzan

a quanto pare ha violato una norma

e il monaco Ekido lo ha notato e disapprovato.

Ora osserva la tua posizione nei loro confronti.

Chi ha avuto ragione?

Fare una gentilezza e aiutare una persona è consentito

se si viola una norma mantenendo la propria centratura?

Certo è che il primo monaco ha svolto il gesto

poi ha completamente lasciato andare l’evento,

la sua mente si è svuotata e ha ripreso la strada.

Il secondo monaco si è attenuto alle direttive

ma la sua mente è rimasta attaccata al fatto

e ai pensieri suscitati dal gesto di Tanzan.

Hai scelto?

Da che parte stai?

Si – certo. Ho una mia opinione

ma essendo solo un’opinione,

preferisco che tu ascolti quel che provi

la cosa importante è ciò che pensi tu.

Io ho il compito di segnalare

che in ogni gesto, in ogni momento, in ogni situazione

quello che più conta è la consapevolezza

delle tue azioni e dei tuoi pensieri.

In che modo emozioni, attaccamenti e pensieri

stanno condizionando le tue azioni e la tua vita?

Prendine coscienza.

La svolta avviene quando le persone iniziano

a riconoscere e coltivare la propria Guida Interiore,

la preziosa presenza vigile della consapevolezza.

Quando sei consapevole resti nel qui e ora,

scegli e decidi velocemente ciò che è meglio

poi lasci andare e torni a concentrarti sul momento presente.

Porta con te questa consapevolezza

mentre torni dolcemente alla realtà concreta.

Ora è il solo istante che c’è.

Patrizia Manuela Rottigni


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