Meditazione del 14 gennaio
Eccomi ancora con te, sarà così per tutto l’anno.
Come stai?
Questo è il momento in cui ti parlo perché voglio invitarti a tenere duro.
Si è conclusa la seconda settimana di meditazioni, hai lavorato sodo con liste, attenzione, valutazioni, pulizie, elenchi, e siamo qui.
Se sei un meditatore esperto vivi con gioia e liberazione questi momenti. Se sei alle prime armi è quasi fisiologico che inizi a sentire i primi momenti di cedimento.
E’ normale. Se succede, è normale.
Succede anche nelle attività fisiche impegnative: quando corri, quando nuoti, fai sci alpinismo o trekking. Parti e hai l’entusiasmo della partenza, poi si fa sentire qualcosaltro.
Prendiamo ad esempio lo sci alpinismo. Cominci a camminare in salita, la neve è una coltre bianca ma non c’è ancora silenzio, perché tu e il tuo gruppo avete lasciato le macchine proprio lì, a poche centinaia di metri. Non vedi l’ora di essere nel bosco e di lasciarti tutto alle spalle, lo stesso desiderio che vivi quando inizi a meditare.
Cammini in salita, il passo cadenzato, la guida che apre il percorso, le chiacchiere della vita abituale. Poco a poco le voci si placano, ti concentri e senti il respiro, senti il calore alle gambe e alle braccia, l’aria fredda sul viso. Cominci a entrare in una dimensione diversa, che ti piace. Poi il fiato si fa corto, la fatica si presenta e lo zaino comincia a pesare sulle tue spalle. Saranno passati 20 minuti e ti chiedi come potrai arrivare in cima, la salita è appena iniziata.
Ecco, ora siamo a questo punto. Il percorso è iniziato da poco e ti chiedi con un po’ di disagio quanto durerà. Complice – forse - anche il peso di ciò che si è accumulato nello zaino della vita, tutte le esperienze, soprattutto quelle dolorose, che si fanno sentire.
SI, certo, sei in tempo per mollare tutto, tornare al parcheggio, accendere la macchina, chiamare gli amici con il telefonino e avviarti per trovare il conforto di azioni conosciute e semplici.
Se lo fai, se molli ora, non tornerai più su quei passi e ti perderai qualcosa di veramente grande.
La magia di incontrare la neve bianca e soffice che contrasta con il blu del cielo invernale, l’emozione di vedere un capriolo che passa a un metro da te, era sopravento e non aveva sentito il tuo odore, quindi anziché fuggire si è fermato a guardati stupito, il silenzio che incontri mano a mano che sali, l’incanto delle cime innevate che si stagliano davanti ai tuoi occhi una volta arrivati in cima.
Se torni indietro non conoscerai mai la meraviglia.
Sono passati 20 minuti, devi tenere duro solo per un po’, fino a quando finalmente “romperai il fiato” e il ritmo dei passi sarà in armonia con quello del respiro e allora sarà facile, allora salirai come un camoscio e toccherai la vetta.
Così accade con la meditazione.
Sono passate due settimane. Serve solo ”rompere il fiato”, trovare il ritmo del respiro e portarlo nella tua vita. Ecco perché ti suggerisco di trovare il tuo posto, di trovare il tuo tempo e di mantenere una fascia oraria, per creare una consuetudine, per trovare il tuo ritmo. Così procedere diventa facile.
Fino a quando diventa un’esigenza.
L’esigenza di incontrare la meraviglia, di riconoscere la pace, di farti accogliere dalla tua meditazione.
E allora eccoci.
Io sono qui, con te, per portarti in cima.
Fermati.
Lasciati indietro i rumori-
Respira.
Il respiro esce e porta con se ogni dubbio o fatica.
Il respiro entra e ti dona aria fresca e profumo pulito.
Respira e stai con te.
Fallo, fino a quando sarà il momento di tornare
e lo farai con maestria e con calma
per portare la meraviglia del silenzio
nella vita di tutti i giorni.
Namaste
Patrizia Manuela Rottigni