Succede ogni tanto vero?
Non ne posso più di questa situazione, del lavoro, di mio nipote, di mia figlia, del mio capo, del mio partner, di mio suocero, della mia “capa”, della palestra, di mia nuora, dei lamenti del mio amico… e chi più ne ha più ne metta, includendo l’immancabile collega e i vicini di casa cafoni patentati.
In quei casi ti viene voglia di urlare, di scappare, di piangere, di buttare tutto per terra (o dalla finestra) di dire parolacce in lingua Copta antica e trattieni l’impulso omicida invocando Erode, Hulk
e Ivan il terribile, mentre sogni di andare a vivere su un’isola deserta e cibarti di pesce e noci di cocco.
Succede.
Succede che la vita ti metta di fronte a situazioni che vorresti volentieri evitare e che ti fanno sentire in trappola.
Potremmo parlare a lungo delle situazioni evolutive che non hai compreso (è vero, di certo ci sono) o delle responsabilità che ti sei accollato in eccesso o dalle quali sei fuggito (alla fine la questione cambia poco) e via discorrendo. E forse in futuro ci occuperemo di questi aspetti. Ma non è quello che faremo oggi.
Oggi ci occuperemo della “pentola a pressione”.
Si perché quanto fin qui descritto è quello che io chiamo, per l’appunto, “effetto pentola a pressione”. E la pentola a pressione ha bisogno della valvola di sfogo. Niente di eclatante, però funziona davvero bene e invece di scoppiare la pentola fischia.
Non so perché ho la sensazione che non sempre ti approcci alla meditazione in uno stato di centratura, così ti invito a farlo ora. Se l’hai già fatto, fallo di nuovo ma accorcia i tempi. Respira.
Il respiro esce.
Il respiro entra.
Tu lo ascolti e ti porti all’interno del tuo respiro.
Prenditi il tempo che ti occorre.
Ora occupati della situazione che ti fa venire più voglia di scappare.
Per prima cosa chiediti se ti succede con frequenza sporadica o se ti accade spesso. E non giudicarti mentre lo fai!
Se ti succede spesso è solo molto più scomodo e forse indica una situazione di sovraccarico e di stress. Il modo per risolvere la questione, però, cambia relativamente poco.
Adesso individua la tua reazione più comune (l’elenco in alto è abbastanza ricco ma non esaustivo, magari la tua reazione non è descritta, ma tu considerala perché è sicuramente valida, visto che è tua).
Poi fermati un istante e respira.
Respira profondamente.
Cosa senti?
Come ti senti?
Hai voglia di liberartene? Si, è così.
Respira e lascia uscire tutto questo. Smetti di trattenerlo.
A volte la vita è davvero dura e, dal nostro punto di vista, ingiusta.
A volte ci sembra di non aver modo di uscirne… E probabilmente è così.
Tu però non sentirti senza via di scampo. Lascia fluire questo pensiero lontano da te… affidalo alla corrente.
Quello che ti occorre è prendere le distanze da questo pensiero e da qualunque altra sensazione di chiusura e impotenza.
Respira e ripeti “lascio andare questo pensiero… lascio andare questo pensiero…”, ripetilo più volte, fino a quando ti accorgi che la pressione comincia a calare.
Respira e comincia a contare i respiri, come nella meditazione registrata dell’altro giorno. Conta 10 respiri.
Apparentemente questa non è una soluzione, eppure meditare, respirare e contare ti permette di prendere le distanze, di creare uno spazio, un momento di vuoto dal quale può emergere una risposta.
La soluzione, la risposta, il pensiero originale hanno origine proprio dal vuoto. Dal silenzio.
Ne riparleremo in seguito in modo più approfondito, adesso però fidati, respira e conta 10 respiri senza distrarti.
Io ti aspetto qui.
Fatto? Bene.
Per favore, non pretendere di avere già la risposta – anche se in casi davvero sporadici accade - ma ricordati che ripetere questa meditazione ti aiuta a distaccarti.
Il risultato c’è, anche se dapprincipio è minuscolo. Inizi forse a vedere le cose con un po’ più di serenità.
Per quanto la situazione possa sembrarti pesante, cominci a vivere alcuni aspetti con un briciolo di leggerezza.
E’ uno spiraglio.
“Non è necessario vedere tutta la scala, basta iniziare il primo scalino” è un’affermazione di Rumi (poeta persiano e mistico del 13° secolo) che mi trova profondamente d’accordo.
Se scegli di iniziare a seguire un percorso, questo si mostrerà a te. E per continuare con le citazioni di Rumi aggiungo “quando attraversi un periodo difficile, quando tutto sembra opporsi a te, quando senti che non potresti sopportare un altro minuto, non mollare! Perché quelli sono il momento e il luogo in cui il destino cambierà.”
Vale la pena di provare, non credi?
Namaste
Patrizia Manuela Rottigni