Respira.
Oggi ci concentriamo subito sul respiro.
Credo che per te sia ormai acquisito, ma mi fa piacere ricordarti che le prime cose da fare, quando vuoi meditare, sono poche e essenziali:
> colonna eretta naturalmente quindi autosostenuta
> piedi piatti a terra, mani rilassare sulle gambe
> il respiro esce, il respiro entra.
Se invece non hai tempo per la meditazione vera e propria, non trovi i tuoi 10-15 minuti di silenzio e ti ritrovi a leggere queste righe mentre sei sui mezzi pubblici o in alcuni minuti di relax mentre sorseggi un te al bar, è sufficiente che tu sia consapevole del tuo respiro. Ti regalerai una meditazione più “concentrata” in un altro momento.
Respira.
Quando la temperatura si avvicina allo zero, la precipitazione di acqua ghiacciata e cristallina chiamata neve si presenta in sostituzione delle goccioline di pioggia.
Vedere un paesaggio imbiancato suscita una grande emozione, il mantello candido sembra coprire ogni forma, ingentilisce, copre anche le brutture del mondo, donando un aspetto morbido.
Quando nevica i suoni giungono ovattati e ci si ritrova avvolti in un'atmosfera tranquilla e spesso giocosa... forse perché diventa necessario rallentare i ritmi frenetici oppure, come amo pensare, perché la magia della neve tocca i cuori in profondità.
Immergiti in un paesaggio innevato. Che sia cittadino o di montagna, l’importante è che sia piacevole; potrebbe anche essere una spiaggia, se va bene per te.
Il paesaggio è immacolato, non ci sono impronte. Non ancora.
Le impronte che lasciamo possono essere di tanti tipi.
Ci sono i piedini dei bambini che calpestano la coltre bianca lasciando piccole tracce leggere.
I piccoli animali ugualmente lasciano il disegno delle loro zampette senza scendere in profondità, il tipico segno degli uccellini che sanno vivere al freddo, quelle del gatto, di un leprotto, lo zoccolo di un capriolo… e puoi vederli passare, leggeri, una macchia di colore sulla candida copertura. SI, proprio ora, mentre i tuoi occhi sono chiusi.
Ci sono le impronte dei ragazzi che giocano e si tirano le palle di neve, che corrono e scivolano, sono ancora leggiadri e il suolo resta bianco, anche se schiacciato.
Arrivano due persone innamorate, che camminano tenendosi per mano e si siedono su una panchina, dopo aver spostato la neve; si nutrono dei loro sguardi e la neve appare ancora incontaminata.
Lo stesso accade quando passa una famigliola di persone serene.
Ecco arrivare degli amici, sembrano turbati, uno di questi scalcia mentre cammina. Trascinano massi pesanti nei loro cuori. Le impronte sulla neve hanno mostrano grigie, portano pesantezza.
E anche qui colleghi e colleghe che discutono animatamente per questioni di principio o di “chissàchecosa” irrompono nell’armonia della vita e lasciano tracce grigie, anche le donne con i tacchi sottili.
Passa un uomo disperato, piegato dalla vita. Non lascia impronte, ma una lunga scia, a tratti chiara quando ritrova la speranza, a tratti grigia quando prende spazio la disfatta.
Arrivano persone armate, brandiscono oggetti di ogni genere: pistole, fucili, zappe, mazze, vanghe, martelli e altre ancora, portano rabbia, vogliono vendetta, cercano la lotta. Le impronte pesanti si mescolano e la neve diventa una melma scura e non importa quale sia il motivo, o chi abbia ragione; lottano per un principio, per un confine, per una religione o per qualunque altro credo, ma non lottano con amore, qualcos’altro li accompagna.
Passano in molti sopra la neve.
Lasciano orme di ogni tipo e struttura.
Dalle più lievi e soavi a quelle più cupe.
La vita di ognuno si imprime sulla coltre silenziosa.
Respira.
So che hai già cercato le tue impronte
e che le hai viste sulla neve.
Se non l’hai ancora fatto, fallo ora
e respira.
Attraversiamo tanti momenti diversi nella vita.
Portiamo orme di gioia e di serenità, portiamo anche momenti pesanti e dolorosi.
Osserva le tue orme e la tua vita
considerale senza giudicare
Accettale, accoglile.
Ora immagina di lasciar cadere la neve sopra le impronte più difficili, i fiocchi alleggeriscono i momenti più cupi.
Respira.
Non puoi trasformare quel che è accaduto,
ma puoi trasformare il tuo ricordo e renderlo più lieve.
Quando impari a lasciare andare, puoi portare un po’ di neve fresca sopra alle impronte più dense
per tornare a gioire, quando il sole fa splendere la neve.
Respira
Da questo momento in poi prometti a te stesso di essere consapevole della qualità delle impronte che lasci.
Pesa le tue parole, i tuoi sentimenti e le tue azioni.
Se lascerai ancora impronte più scure non ti giudicare, comprendi quali sono stati i passi falsi e riprendi a camminare.
Una giornata di impronte candide è una giornata benedetta.
“La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri. Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve.” (cit Maxence Fermine).
Namaste
Patrizia Manuela Rottigni
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