Prendi una scatola di bottoni colorati
scegli colori forti e molto intensi.
se non hai bottoni multicolori
utilizza bottoni con forme diverse
e mettili insieme per caratteristiche simili.
Procurati anche un bel numero di bottoni bianchi
o comunque molto chiari, ad esempio rosa, azzurri
e alcuni fili di cotone colorati e resistenti.
Appoggiali davanti a te
e porta l’attenzione al tuo interno.
Espira
Inspira
ascolta il ritmo del respiro,
Lascialo scorrere, semplicemente
il respiro esce
il respiro entra
espiri, l’addome e i polmoni si contraggono
inspiri, l’addome e i polmoni si espandono
ti senti presente, sei nel momento presente
e continui a respirare consapevolmente
Ora pensa a tutte le volte in cui hai provato rabbia
e l’hai tenuta dentro di te
facendo molta fatica a lasciarla andare.
Considera le volte in cui l’hai trattenuta per più di un’ora.
È successo troppe volte? Sono più di 30?
OK, allora considera le volte in cui hai trattenuto la rabbia per più di 3 o 4 ore.
Adesso decidi quali bottoni rappresentano la rabbia.
Conta il numero di bottoni corrispondente.
Se i bottoni sono troppo pochi
Decidi che ogni bottone vale 5 arrabbiature, oppure 10…
organizza tu il conteggio.
Bene.
Adesso prendi un numero identico di bottoni bianchi, più uno.
Qual è l’antidoto alla rabbia, secondo te?
Quei bottoni rappresentano l’antidoto per la rabbia.
Diciamo che è l’amore?
Se non ti piace va bene quello che hai pensato.
Crea una fila con i bottoni della rabbia
e sopra a ogni bottone “arrabbiato” appoggia un bottone bianco.
Mentre appoggi il bottone bianco, che io chiamo Amore
immagina che stia portando la sua luce di guarigione
su quell’evento (o quegli eventi se ogni bottone vale 5 o 10 volte).
Non importa se non ti ricordi tutti gli eventi uno ad uno,
importa che tu desideri lasciare andare la rabbia
e portare l’Amore (o quello che tu hai scelto)
in quella situazione, ai protagonisti, a te stesso.
Mentre lo fai senti che qualcosa di grande e pesante
si sta sciogliendo dentro di te, se ne sta andando
mano a mano che la luce del bottone bianco si espande.
Quando hai completato la fila prendi il bottone in più.
Il bottone bianco che avanza è l’essenza dell’Amore
(o del sentimento positivo che hai scelto)
è dentro di te, ti appartiene.
Prendi un filo colorato e infila il bottone nel filo
fai un nodo su un lato del bottone
e uno sull’altro lato, come se fosse una perla
e mettilo da parte.
Prendi i bottoni che erano arrabbiati
e mettili in un bicchiere con dell’acqua
in un altro bicchiere metti quelli bianchi.
Cambia l’acqua ogni ora per tre volte per ripulirli
poi potrai rimetterli nella scatola del cucito;
sono tornati normali bottoni.
Ora pensa a alle volte in cui ti hai provato molta tristezza
e ripeti l’operazione esattamente allo stesso modo,
scegliendo i bottoni della tristezza e mettendoli in fila;
scegli anche il contrario della tristezza.
Qual è il sentimento opposto alla tristezza?
Ce l’hai? Per me è la felicità, ma come sempre
utilizza il sentimento che hai scelto
se lo ritieni più adatto per te.
Anche in questo caso scegli dei bottoni bianchi
se preferisci vanno molto bene rosa, o azzurrini, o giallo chiaro
o del colore che preferisci, purché luminoso
e contane uno in più.
Metti in atto il processo di guarigione
appoggiandoli sopra ai bottoni “tristi”
e presta attenzione a ciò che si scioglie dentro di te
e senti che si allontana dalla tua vita.
Al termine prendi il bottone che avanza,
che rappresenta l’emozione positiva di cui ti stai colmando
e infilalo nel filo accanto all’altro.
Potrai ripetere questo procedimento
con tutte le emozioni delle quali ti vuoi liberare
e per ognuna di queste aggiungi un bottone luminoso
al tuo filo, al tuo “bracciale di perle”.
Indossa il bracciale o portalo con te
in modo da poterlo utilizzare
per ricordarti di queste emozioni costruttive
ogni volta che ne sentirai il bisogno
e in particolare tutte le volte in cui ti senti a terra
a causa di un’emozione limitante,
che sia legata al passato o al momento presente.
Sentirai la positività delle tue emozioni
e porterai leggerezza nella tua vita.
Patrizia Manuela Rottigni