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Patrizia M. Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 26 maggio - Meditazioni quotidiane - Giorno 146 - UNA STORIA ZEN (SEGUI LA TUA


Portati al tuo centro e leggi questo racconto.

Non è un’opera di letteratura, ma parla degli altri e del mondo

e soprattutto parla di noi e della nostra capacità di rimanere centrati.

È una necessità profonda, che parecchie persone ignorano.

C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.

Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo

e partirono tutti e tre felici con il loro asino.

Arrivati nel primo paese, la gente commentava:

"Guardate quel ragazzo quanto è maleducato

Lui è sull'asino e i poveri genitori, già anziani,

sono a piedi e lo devono tirare"

Allora la moglie disse a suo marito:

"Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio".

Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.

Nel secondo paese, la gente mormorava:

"Guardate che svergognato quel tipo

lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino,

mentre lui vi sta comodamente in groppa".

Presero così la decisione di far salire la moglie sull’animale,

mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.

Giunti al terzo paese, la gente commentava:

"Pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno,

lascia che la moglie salga sull'asino.

E povero figlio. chissà cosa lo aspetta, con una madre del genere!".

Si misero quindi d'accordo e presero una decisione:

sedersi tutti e tre sull'asino e ricominciare il pellegrinaggio.

Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese:

"Sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta,

gli spaccheranno la schiena!".

Fu così che decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.

Ma, passando per il paese seguente,

non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:

"Guarda quei tre idioti; camminano,

anche se hanno un asino che potrebbe portarli!"

La storia, così come mi è stata passata, termina con una morale;

non credo appartenesse alla versione originale, ma è interessante.

Morale della storia: Ti criticheranno sempre,

parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno

al quale tu possa andare bene come sei.

Fine.

Ora respira profondamente

Senti di essere nel tuo centro

Lascia perdere la mente razionale

Ascoltati

Poi chiediti cosa ti suggerisce la storia.

Prendi nota mentalmente

Prima di ascoltare quel che ha suggerito a me.

Fatto?

Bene!

Mi sono sempre chiesta perché le opinioni degli abitanti dei paesi

abbiano tanto peso sulle scelte delle persone

al punto d’arrivare a condizionarne le scelte.

La prima cosa che possiamo fare è ascoltare noi stessi

e la storia dell’asino ha una soluzione semplice:

si cammina a turno e nel turno rientra anche l’asino,

quindi 4 turni: la madre, il figlio, il padre, l’asino senza pesi;

poi si ricomincia, con la coscienza di aver scelto in modo equo.

Un paese penserà che è egoista la madre, poi sarà il turno del figlio

e toccherà anche al padre, che si prenderà pure dell’idiota

quando toccherà all’asino il turno di riposo.

Anche questa è una morale, ogni paese pensa di te ciò che vede

e questo è limitato a quel momento,

non comprende la tua intera esistenza.

Per uscire da questa metafora,

entro in una metafora degli indiani USA che suggerisce

“prima di criticare il tuo nemico,

cammina per tre mesi nei suoi mocassini”.

Quale sia il senso ora è facile.

Nessuno può sapere quello che sei e che fai

se non ha vissuto le tue esperienze per un tempo sufficiente

e allora perché dannarsi per ascoltare le opinioni esterne su di te?

Quello che conta è quello che sei, che pensi, che vivi

e quando tu ne sei consapevole, l’opinione altrui

rimane solo quello: un’opinione e non va per forza seguita.

Mentre torni alla realtà del momento presente,

prometti a te stesso di seguire queste semplici indicazioni.

Vivi con saggezza, fallo in modo intenso

e ricordati di ascoltare quel che ti dice il cuore,

scegli tu in ogni momento della tua vita qual è la cosa giusta

agisci con attenzione e con onestà e ricordati

di applaudirti e congratularti con te per ciò che fai.

La gente intorno potrà dire ciò che crede…

ma non sarà più rilevante.

Patrizia Manuela Rottigni


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