Come curo l’ansia? Con la meditazione!
Infatti gli ansiolitici sopprimono la sensazione di malessere
ma creano dipendenza, sonnolenza e diversi effetti collaterali.
Per risolvere il problema, è necessario rimuovere la causa dell’ansia
(questo vale anche per la depressione, la rabbia e qualunque altro malessere)
solo lavorando su se stessi è possibile percepire il proprio stato d’animo
e riconoscere le situazioni che danno il via al disagio.
La meditazione si rivela una pratica fantastica per trattare l’ansia.
Chi ha sofferto di ansia o di attacchi di panico
conosce bene i sintomi indesiderati che vanno dalla mancanza di respiro
alla tachicardia, passando per il mal di testa e il peso sullo stomaco,
oltre a numerose varianti quali gli arti gelati o bloccati,
i piedi inchiodati a terra, le gambe molli e altri.
Si tratta di reazioni a uno stimolo interno sollecitato da uno stimolo esterno
con effetti esagerati, talvolta ossessionanti, figli del pensiero negativo ripetitivo
(abbiamo parlato proprio ieri dell’importanza del pensiero)
che procurano uno stato di tensione, una forte identificazione con la paura
e gli effetti fisici che abbiamo visto sopra.
E allora prendo l’ansiolitico?
Io non lo prenderei, ma tu puoi fare quello ce credi.
L’importante è che tu scelga di meditare in ogni caso.
Meditare ti permette di risalire alle cause e risolvere poco a poco la questione.
Portati al tuo centro
espira
inspira
segui il ritmo del respiro
visualizza un’onda
quando espiri l’onda si infrange sulla battigia
quando inspiri l’onda si ritrae
respira così per un po’
ascoltando le sensazioni del tuo corpo
fino a quando senti che sei pronto
allora procedi con la meditazione
e riprendi a leggere.
Ora che hai preso coscienza del tuo respiro
porta la tua attenzione al corpo
per la precisione alle sensazioni che ti trasmette
senti se è stanco o riposato
rilassato o in tensione
e se qualche parte del corpo duole o crea disagio
usa ancora il respiro consapevole
questa volta respira nel punto del disagio
e quando espiri lascia uscire la tensione
sotto forma di fumo scuro, che esce, si allontana
e progressivamente si schiarisce
fino a quando diventa trasparente e il disagio è sfumato.
Se qualche pensiero si fa strada nella tua mente
non preoccuparti, è normale, tutti hanno pensieri.
Osserva quali sono i tuoi pensieri, indaga
e scopri da dove hanno origine, come si sono creati
puoi considerarli fonti di disturbo e distrazione
oppure preziose fonti d’informazione, quindi ringraziali
non opporti a loro, semplicemente lasciali passare
e osservali mentre si allontanano, poi salutali
e torna a concentrarti sul respiro.
Continua così per un po’ di tempo,
fino a quando senti di essere tranquillo.
Se durante la meditazione compare il disturbo ansiogeno
per prima cosa considera che sei molto fortunato
hai la possibilità di trattare la crisi in tempo reale.
Rimani presente nel corpo, ascoltati, respira con calma
considera che l’ansia che stai sperimentando
è solo una reazione agli stimoli interni, provocata da un evento esterno.
Il tuo inconscio ha deciso che sono minacciosi,
ma fermandoti e ascoltandoti, ti accorgi che non è così,
sono solo reazioni indesiderate.
Respira profondamente, respira dentro al disagio
così come prima hai respirato nella zona del corpo
lascia andare qualsiasi tipo di reazione
e ascolta…
pian piano la minaccia si allontana, come pure i sintomi
e tu stai imparando a risolvere la questione in modo efficace.
Considera che questo comportamento ti aiuta
anche perché pian piano il disagio si dirada e svanisce,
mentre gli ansiolitici sopprimono le cause, le schiacciano
e poco a poco si ripresentano, più tenaci e costanti che mai.
Medita con pazienza e con costanza,
che tu abbia problemi di ansia o che tu non li abbia
meditare ti porta in uno stato di ascolto profondo
quello stato in cui risiedono le soluzioni
per la maggior parte dei problemi.
Per concludere la meditazione prenditi tutto il tempo che serve
e quando ti senti pronto apri gli occhi, stiracchiati piano e riprendi contatto con il mondo
Patrizia Manuela Rottigni