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Patrizia Manuela Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 22 luglio - Meditazioni quotidiane - Giorno 203 -  ANDARE A TROVARE LE PERSONE


Le persone alle quali andare a fare visita non sono solo negli ospedali

Ma in molti altri luoghi: colonie, ricoveri, prigioni e altri luoghi

che sono diversi dalla propria casa e dalla propria famiglia.

Non necessariamente le persone sono malate,

ma molto spesso questo distacco crea loro delle difficoltà

talvolta molto intense e dolore, quindi fare visita

è una cosa bellissima, amorevole e utile.

Indipendentemente dall’età e dal luogo, ciò che “portiamo”

Riveste un ruolo di grande importanza perché, in quelle situazioni,

tutte quelle situazioni, le persone sono fragili e delicate.

Oggi meditiamo concentrandoci sulle persone che sono in un ricovero.

Si può trattare di un ospizio, di un cronicario o di un istituto di riabilitazione.

Si tratta in ogni caso di un luogo di lunga degenza con alcune differenze.

L’istituto di riabilitazione è a tempo determinato, breve o lungo che sia,

la persona ha la speranza e la certezza di uscirne, di tornare ai propri affetti;

il ricovero potrebbe anche essere temporaneo, utile per favorire una ripresa

o per permettere alla famiglia di definire meglio il da-farsi;

l’ospizio è nella quasi totalità dei casi una scelta a senso unico

e la persona ha perso la speranza di tornare alla propria vita,

anche se la scelta è l’unica possibile, per il degente è molto dolorosa.

Imparare a entrare in contatto con loro con la giusta attitudine

è in questi casi più che mai importante e richiede attenzione e sensibilità.

Portati al tuo centro.

Espira

Inspira

Controlla la postura del corpo

Trova il tuo spazio di ascolto interiore

e continua a utilizzare il respiro

per entrare sempre più profondamente in te.

Ora ascoltati

Cosa provi normalmente quando pensi

di andare a fare visita a una persona in un ricovero?

(quando utilizzo in modo generico la parola ricovero,

indico una delle tre tipologie citate, sapendo che ora

ti sono chiare le sottili ma importanti differenze)

Le emozioni sono molteplici e diverse da quelle legate all’ospedale.

In ogni caso mantengono tutte una frequenza energetica bassa

perché sono onnipresenti il dispiacere, la pena, la tristezza, ecc.

Individua quelle che provi tu e trova la tua emozione dominante.

Senti la sua frequenza e come ti fa sentire.

Le frequenze basse hanno un effetto pesante, ti affaticano

si abbassa la vibrazione, si abbassa l’umore,

si riduce la voglia di ridere, di scherzare, di vivere

e ne puoi risentire in modo intenso anche fisicamente.

Ma le persone che sono in riabilitazione hanno bisogno di energia

quella che serve per trovare la forza di ripetere tutti quegli esercizi,

quella che serve per sapere che torneranno a camminare, a parlare,

a sentire, a guidare, a prendere in braccio i figli… a vivere.

Le persone nel ricovero poi, hanno perso la speranza di uscire,

anche se ancora coltivano in profondità e in segreto

il sogno di tornare a casa, di riabbracciare i loro cari,

di dormire nel proprio letto e mangiare cibi cucinati in casa.

Hanno bisogno di speranza, di fiducia, di forza… di amore.

Sei in grado di trasmetterlo?

A Piacenza hanno fatto un esperimento, hanno aperto un ricovero

e un centro diurno che al tempo stesso ospitano una scuola dell’infanzia

e anziani e piccini si ritrovano insieme a svolgere le attività quotidiane.

http://sociale.corriere.it/nido-e-casa-di-riposo-insieme-ecco-il-centro-abi-di-piacenza/

I più in gamba coltivano l’orto con i piccoli, altri leggono fiabe,

in ogni caso passano tempo insieme in modo proficuo, divertendosi.

I piccoli ricevono cure, attenzioni e tanto tempo per giocare,

i nonni ritrovano la possibilità di essere di nuovo utili

e tornano a vivere, a raccontare, a dare qualcosa a qualcuno.

Infatti la domanda da porsi quando si va in un ricovero è semplice:

cosa desidera questa persona?

Affetto, attenzione, rispetto, amore, pace, presenza,

e la sensazione di esserci, di essere ancora vivo!

Questo è ciò che occorre e quello che desiderano

questo è quello che puoi trovare dentro di te

per portarlo a tutte queste persone. Tutto qui.

Beninteso, vale anche per il nonno di famiglia

che vive in casa con la badante e che vai a trovare ogni tanto.

Ha il vantaggio di essere nella propria casa coi suoi ricordi

e lo svantaggio di essere con un estraneo, si spera ben istruito,

che non conosce, che non sa nulla di lui e spesso non parla la sua lingua.

Quali sono le emozioni costruttive che senti dentro di te?

Cosa puoi portare tu quando vai in visita?

Abbandona la fretta, abbandona il pensiero brillante,

dimentica quello che hai da fare “fuori da lì” e dedicati

con attenzione, cura, pace e soprattutto amore

a questa persona e alle sue necessità interiori

(a quelle fisiche ci pensa benissimo la struttura in cui si trova).

Senti dentro di te che puoi essere utile nella tua semplicità,

non servono cose grandi, non servono pensieri complessi

basta decidere di esserci e di portare serenità e speranza.

Senti la frequenza di queste emozioni.

Senti come ti fanno sentire.

…bene, vero?

Questo è l’effetto delle frequenze vibratorie alte,

si alza la vibrazione, si alza l’umore, si alza la serenità

e come le provi tu, le provano anche le persone che sono con te.

Così, quando vai a trovare una persona in un ricovero,

porta con te queste vibrazioni insieme a buoni pensieri,

porta energia, porta forza, porta frequenze che aprono le porte alla speranza

e che permettono alla persona di vivere giorni migliori

di ritrovare il piacere di vedere il cielo azzurro

di giocare con un raggio di sole, di carezzare una foglia…

Quindi il tuo compito è quello di portare aria fresca.

Otterrai i migliori risultati se prima avrai fatto una meditazione

per approfondire le radici o l’allineamento (fatte ai gg 65 e 108)

sarai perfetto per loro e sarai guidato e protetto dall’Energia Universale.

Om Sai Ram

Patrizia Manuela Rottigni


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