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Patrizia Manuela Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 2 agosto -  Meditazioni quotidiane -   Giorno 214 -  UNA PASSEGGIATA - IL PONTI


Sei seduto sulla seggiola e assumi una posizione comoda

adatta per meditare, con la colonna vertebrale dritta,

la muscolatura della schiena rilassata,

i piedi poggiati a terra e le mani sulle cosce;

l’addome e i polmoni si contraggono e si espandono

il respiro si muove lentamente e ritmicamente.

Il respiro esce

il respiro entra

Sei comodo con te stesso e con la tua posizione

Pronto a muoverti interiormente

Il respiro esce

il respiro entra

Dal luogo nel quale ti trovi ti incammini

verso uno spazio che si trova davanti a te

cammini e osservi il paesaggio

ti guardi attorno e ascolti le sensazioni che genera in te,

e camminando arrivi in cima a una piccola salita.

Ti fermi un attimo a osservare il paesaggio che si svela a te

col mare brillante e la spiaggia ampia e libera;

il mare si muove con il suo ritmo calmo e potente

ma senza creare molta schiuma,

le onde sono costanti e placide.

Togli le scarpe e cammini sulla sabbia

è bianca, pulita, finissima e compatta.

Sulla battigia cammini comodamente

senza sprofondare lasciando orme chiare a ogni passo.

Il mare ha un colore stupendo, tra l’azzurro chiaro e il turchese,

È limpido e lascia vedere le linee di sabbia del fondale

tra le quali giocano piccolissimi pesci.

Ti guardi attorno.

Il cielo è di un azzurro intensissimo

che si distacca completamente dal colore del mare,

l’orizzonte è ben delineato, nitido, curvilineo

un poco più scuro al confine tra cielo e mare.

Poco più avanti si staglia la presenza di un pontile.

È molto lungo, sembra quasi una rampa verso il mare

e decidi di andare a vedere com’è fatto.

Ti accorgi che è costruito completamente in legno.

Non è molto largo ma due persone

possono camminare comodamente affiancate.

Ora che ci sei sopra ti sembra ancora più lungo

sembra quasi che ti porti in mezzo al mare.

Ti incammini con calma

L’acqua sotto di te è limpida come non avevi ancora visto,

ne osservi il colore e resti estasiato.

Il fondale è quasi interamente di sabbia,

ma qua e là piccole rocce molto chiare, quasi bianche,

spiccano tra le onde di sabbia disegnate sul fondale.

Su una di queste rocce un polpo riposa, poi fa capolino,

sornione, muovendo piano i tentacoli,

un po’ come fanno i gatti quando si stiracchiano.

Man mano che cammini il fondale diventa

più profondo, ad ogni passo un po’ di più.

La cosa interessante è che la trasparenza non cambia,

ti accorgi che l’acqua si alza – di poco –

perché i pali piantati nella sabbia sono sempre più lunghi.

Attorno ai pali vivono piccole colonie di cozze,

attorcigliate al legno respirano in quest’acqua pulitissima

in cui non hanno nulla da depurare.

Continui a camminare

i piedi toccano il pontile pulito e asciutto

e ti danno una sensazione di sostegno e stabilità.

Sul fondale marino le conchiglie cominciano a cambiare dimensioni

sono sempre più grandi, con forme e colori magnifici

e ogni tanto intravvedi qualche stella marina

che si finge adagiata al fondale, ma in realtà si muove piano

e alcuni cavallucci marini con il loro nuoto all’indietro.

Ti siedi un attimo, vorresti mettere i piedi nell’acqua

ma il pontile è un po’ più altro e non riesci a toccarla.

Mentre sei seduto passa una manta

è un pesce spettacolare, con il suo movimento fluido

ti lascia incantato; dietro di lei scie di altri pesci più piccoli.

Riprendi a camminare e col piede schiacci qualcosa di duro.

Ti fermi a raccoglierlo e scopri che si tratta di una spina.

Si, una spina di un pesce molto grossa e ricurva, forte;

da una parte ha un foro, come la cruna di un ago.

forse proviene dalla parte finale della testa e ti sembra pungente.

In tasca hai un filo piuttosto robusto, di un bel colore

lo infili alla lisca del pesce e lo leghi a un passante del tuo abito.

Ti piace molto; hai l’impressione che volesse farsi trovare.

Intanto sei arrivato alla fine del pontile.

L’azzurro mix turchese è ancora chiarissimo,

ma si riesce a scorgere la profondità.

C’è una scaletta a pioli di legno e corda,

sembra robusta e entra nel mare.

Ti spogli, guardi il fondale e l’acqua, estremamente invitante

e ti tuffi con le braccia unite davanti alla testa.

Entrare in acqua ti regala una sensazione meravigliosa.

Apri gli occhi mentre sei sottacqua e l’azzurro intenso ti cattura.

Mentre resti immobile, a metà tra il fondale e la superficie,

ti sembra quasi di vivere la sensazione del volo, sospeso a mezz’aria.

E’ così bello, ti affascina tanto, che quasi non senti il bisogno di respirare.

ma arriva anche quel momento e riemergi prendendo un bel respiro

poi rimani sdraiato a pancia in su lasciandoti sostenere e cullare dal mare

consapevole che sotto di te il fondale è limpidissimo e profondo.

Il sentimento che provi è semplice: estasi.

Dopo un po’ ti accorgi che è ora di tornare

ti arrampichi sulla scaletta e recuperi i vestiti.

Riprendi la via del ritorno, salutando il pontile, il mare

e tutti i suoi abitanti che ti hanno fatto compagnia.

Mentre torni verso il punto di partenza allunghi una mano

e riprendi contatto con la tua lisca speciale

carezzi il dono che hai ricevuto, un vero tesoro inaspettato

tenerla in mano ti fa sentire tutta la potenza del mare.

Sai che questo accadrà ogni volta che la sfiorerai.

Ti senti bene e provi gratitudine per il mare e tutto ciò che hai incontrato.

Riprendi ora contatto con il tuo respiro e deglutisci consapevolmente.

Prenditi tutto il tempo che occorre e torna alla realtà intorno a te.

Mantieni le sensazioni raccolte durante la meditazione

e quando apri gli occhi disegna subito la tua spina di pesce

il pontile e, se ti va, anche il mare dal colore meraviglioso.

Patrizia Manuela Rottigni


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