È il 6
agosto e fa un caldo Sahariano.
Tocchi la seggiola: è calda.
Apri l’acqua fredda: è tiepida.
Cerchi un filo d’aria: non c’è.
Fai una doccia fredda: gradevole
perché l’acqua è a temperatura corporea.
Ti butti sul letto: è rovente.
Sei seduto immobile: goccioli di sudore
più o meno come quando sei uscito dalla doccia.
Sembra non ci sia soluzione.
Proviamo a formulare pensieri rinfrescanti,
il caldo rimane tale, ma probabilmente
cambia l’attitudine interiore verso il caldo.
Del resto, la potenza del pensiero è sempre in agguato.
Prendo spunto da un lontanissimo ricordo, più di 25 anni fa
durante un seminario con un mio maestro
ci siamo ritrovati quasi tutti a patire un po’ di freddo
e abbiamo utilizzato un esercizio yogico,
analogo a quello che faremo, ma al contrario,
in quell’occasione volevamo scaldarci.
Come sempre, visto che stiamo per meditare
portati in una posizione di rilassamento,
seduto sulla seggiola con i piedi piatti a terra
o sul cuscino da meditazione a gambe incrociate;
le mani sono posate sulle ginocchia
e fingi di non sentire che sono caldissime
(si, è consentito un po’ di umorismo all’inizio di una meditazione!)
Ti concentri sul respiro
espiri
inspiri
e lasci che questo respiro ti porti dentro di te;
ignori le gocce di sudore che scivolano giù
più o meno lungo tutto il tuo corpo
(qui non scherzo più, ignorarle è aver fatto un passo avanti)
e lasci che il respiro catturi tutta la tua attenzione
fino a quando ti accorgi di essere centrato
su quello che accade dentro di te
anziché su quello che accade la tuo corpo fisico.
Ora immagina di essere in alta montagna.
È una giornata splendida, luminosa
sei a 3000 metri, cammini sulle nevi di un ghiacciaio,
soffia un venticello gradevole e ti accorgi che è fresco,
il sole splende, è caldo, ma non brucia,
infatti la temperatura è perfetta: 24 gradi.
Cammini sulla neve e scorgi delle piccole nicchie
scavate con la pala nella parete di neve soffice
ti avvicini e entri in una nicchia,
al riparo dal vento e dal sole.
È molto, molto fresco,
inaspettato e gradevole.
Ti accomodi in quella piccola grotta nella neve
con la schiena appoggiata alla parete bianca
e provi una meravigliosa sensazione di freschezza.
Osservi il panorama he si staglia di fronte a te
Sei in alta montagna, attorno solo cime innevate
che circondano il tuo ghiacciaio,
sopra il cielo azzurro con piccole velature di bianco.
Togli dallo zaino la colazione al sacco, costituita da
un paio di gustosi panini e una bevanda fredda,
l’avevi messa nel thermos.
Hai un altro contenitore termico
nel quale avevi messo un the caldo
aromatizzato con un po’ di menta nana,
profumatissimo, come quello servito in Marocco,
ma decidi che una bevanda calda, ora,
non è proprio quel che desideri.
Mentre ti bei della temperatura
gusti i tuoi panini, osservi il panorama
e sorseggi la tua bevanda fredda…
Troppo fredda!
E la temperatura è decisamente fredda,
ti butti una felpa sulle spalle
mentre ti dedichi al secondo panino, buonissimo.
La bevanda fredda ti procura un brivido lungo la schiena.
In quella nicchia così riparata dal sole,
avvolto dalla neve e dall’ombra
il tuo corpo si sta raffreddando in modo deciso.
È una realtà: hai freddo.
Finisci il panino, apri l’altro thermos
e sorseggi con estremo piacere il tuo the alla menta,
che scende caldo e gradevole fino allo stomaco;
è davvero delizioso e corroborante.
Finito il pranzo decidi di uscire allo scoperto
un po’ di quel sole che non scotta
è proprio quello che ci vuole adesso.
Riprendi a camminare,
ti senti fresco, riposato e rinvigorito
osservi il panorama immacolato
e provi un senso di meraviglia e di gratitudine.
Ora torna piano alla consapevolezza del tuo corpo fisico
mantieni l’attenzione alla sensazione di fresco
e alle altre gradevoli percezioni che hai sperimentato
e portale con te nella giornata di oggi
che probabilmente sarà calda, come accade d’estate,
ma i tuoi sensi ricorderanno le temperature fresche
che hanno registrato durante la meditazione.
Durante la giornata, se avrai un eccesso di calore,
ti basterà pensare alla tua nicchia a 3000 metri
per ritrovare le stesse sensazioni appena vissute.
Patrizia Manuela Rottigni