UN PENSIERO PER TE – 9 agosto - Meditazioni quotidiane - Giorno 221 - L’ARTE DELLE CICATRICI PREZ
- Patrizia Manuela Rottigni
- 9 ago 2017
- Tempo di lettura: 2 min


Ashikaga Yoshimasa, 8° shogun (comandante dell’esercito giapponese)
dello shogunato Ashikaga, dopo aver rotto la propria tazza di tè preferita
la inviò in Cina per farla riparare, ma in quel tempo per le riparazioni
si usavano legature di metalli poco estetiche e poco funzionali.
La tazza sembrava perduta, ma Yoshimasa decise di ritentare
affidando la tazza a capaci artigiani giapponesi
che scelsero di trasformarla in un gioiello.
Riempirono le crepe con resina laccata e polvere d’oro
e ottennero un pezzo unico dall’aspetto gradevole,
rendendo la tazza di nuovo utilizzabile.
Durante il governo Ashikaga si sviluppò un movimento
influenzato dal buddhismo Zen che diede origine, tra l’altro,
alla famosa cerimonia del tè (Sado o via del tè).
Respira
considera che c’è tempo
e c’è spazio per tutto
se solo ti dai il permesso di fermarti un attimo.
Il tempo passa,
trasforma,
guarisce.
Espira
Inspira
e trova la tua posizione corretta.
Ora entra nel tuo spazio di meditazione
Espira
Inspira
Prenditi tutto il tempo che ti occorre
portati al tuo centro.
e considera le parole che seguono.
Per riunire i pezzi di un oggetto di ceramica rotto
l’arte giapponese di riparazione detta kintsugi
prescrive l’uso di un metallo prezioso:
oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro.
Si esaltano così le nuove nervature
che vengono a crearsi riunendo i frammenti
e donano all’oggetto un aspetto nuovo.
Proprio grazie a quelle cicatrici
ogni pezzo diviene unico e irripetibile,
creato dalla casualità dei frantumi di ceramica
e delle ramificate decorazioni esaltate dal metallo.
Vere e proprie opere d’arte,
sempre diverse, ognuna con la propria trama
e la propria storia da raccontare e da esibire.
Credo che la metafora suggerita sia evidente.
Quante volte la vita ti ha frantumato?
E quante ti ha offerto il modo per rimetterti in sesto?
Ogni volta una serie di cicatrici diverse
un po’ di dolore, tracce di delusione,
un cuore a pezzi, dignità calpestata,
ferite da abbandono, senso di perdita
paura di guardare avanti e di tornare indietro…
E su ogni ferita una cura.
A volte il balsamo
altre volte il sale,
ma ogni volta una nuova cicatrice
a renderti più forte
a ricordarti che ce l’hai fatta
che ce la farai ancora, se necessario
che sei più forte proprio lì,
dove la ferita era più profonda,
ancora tenace, ancora capace,
di una bellezza speciale
data dall’esperienza
e dall’essere ancora qui
nella tua interezza,
nella tua integrità.
Tu, nella tua perfezione
con tutte quelle crepe
come negli oggetti kintsugi ,
crepe che si creano quando l’oggetto si rompe,
e vengono riparate
rendendo prezioso l’oggetto,
proprio come fossero le ferite
che lasciano tracce diverse in ognuno di noi.
Osserva le tue ferite
ricorda le tue battaglie
che ti donano quella tua bellezza
così speciale e unica,
come le rughe di chi invecchia
e porta i propri segni con dignità.
Non sprecarla, non sprecarti
a pensare di non valere
per tutte le volte che ti sei rotto
per tutti i segni che porti.
Proprio questi
sono i segni della tua saggezza
della tua grandezza
e di tutta la tua bellezza.
Namaste
Patrizia Manuela Rottigni