Una vecchia signora morì e fu condotta dagli angeli
davanti al trono del Giudizio.
Nell’esaminare i registri il Giudice non riuscì a trovare
un solo gesto di carità da lei compiuto,
a eccezione di un volta in cui ella aveva regalato
una carota a un mendicante affamato.
Tuttavia la potenza di un singolo gesto d’amore è tale
che fu decretato che sarebbe andata in Paradiso
proprio in forza di quella carota.
L’ortaggio fu portato in tribunale e consegnato alla donna.
Nell’istante in cui lo prese in mano iniziò a salire
come se fosse trainato da un filo invisibile
e sollevò con sé la donna verso il cielo.
Comparve un povero che si afferrò all’orlo del vestito
e venne sollevato in alto con lei;
una terza persona si attaccò al piede del mendicante
e salì anche lei.
Presto si formò una lunga coda di persone
che salivano verso il Paradiso attaccate alla carota e,
per quanto sembri strano, la donna non sentiva il peso
di tutta quella gente anzi, poiché guardava verso l’alto,
anzi, non la vide neppure.
Salirono sempre più in alto finché giunsero quasi
al cancello del Paradiso e in quel momento
la donna si voltò per dare un ultimo sguardo alla terra
e vide dietro di sé quella lunga fila di persone.
Ne fu assai irritata!
Fece con la mano un gesto imperioso e gridò:
“Via! Andatevene via, La carota è mia!”
Nel compiere quel gesto lasciò andare per un attimo la carota
e precipitò giù con tutto il suo seguito.
Una sola è la causa di tutto il male che c’è sulla terra:
“Questo mi appartiene!”.
(Anthony de Mello, La preghiera della rana)
Portati nel tuo spazio di ascolto interiore
assumi la postura corretta
espira
inspira
segui il ritmo placido del respiro
e portati in uno stato profondo di meditazione.
Questo racconto mistico proviene dalla tradizione orientale
ma è adatto a ogni cultura.
Individua l’insegnamento (o più di uno)
che contiene in sé.
Non proseguire la lettura,
prima trova il significato che ha per te.
Ascoltati e se occorre rileggi la storia.
Fatto?
Bene, allora prosegui e leggi le considerazioni che seguono.
Un semplice gesto di carità ha un grande valore.
La prima cosa da chiederti è quanto sai essere caritatevole,
considerando che offrire denaro, magari parecchi euro,
con disprezzo (anche se ben celato)
non è propriamente un gesto di carità.
Risulta più caritatevole dedicare pochi minuti di tempo
per spiegare al nostro collega come svolgere un certo compito
permettendogli di offrire un buon risultato al suo capo.
È solo un esempio, ma ce ne sono tanti
in tutti gli ambiti della vita, anche nella famiglia.
Dove ti collochi? Come ti comporti?
Quando fai qualcosa per gli altri
Senza magari renderti conto di quel che fai
e agisci perché in quel momento, in realtà,
è l’unica cosa che puoi fare,
anche se del tutto inconsapevolmente,
ciò che stai offrendo non ti pesa,
accade spontaneamente,
perché la tua mente è rivolta verso l’obiettivo.
In genere nel dare aiuto agli altri
offriamo ottime possibilità anche a noi stessi
anche quando non ci avevamo affatto pensato.
Cerca le volte in cui ti sei comportato in questo modo.
E quante volte invece hai pensato a “io” e “mio”?
Com’è andata?
Valuta la frase finale sul male che affligge il pianeta.
A volte dalle tue azioni, dal tuo agire spontaneo,
senza interesse personale,
dipende la vita di molte altre persone.
Nel momento in cui sposti lo sguardo
perdi di vista l’obiettivo
e la possibilità di conseguire un ottimo risultato
trascinando nel baratro altre persone,
forse meno dotate, che avevano visto in te
la possibilità di fare un salto di qualità.
Ti è accaduto?
Eri in cima alla cordata
o eri una delle persone che avevano aderito?
L’irritazione non ci permette di essere centrati
Il senso di possesso non ci permette di essere centrati
Il bisogno di primeggiare non ci permette di essere centrati
Ignorare le nostre responsabilità verso altre persone
non ci permette di essere centrati e crea una perdita.
Riprendi le tue risposte e considera
come migliorare certi aspetti del tuo comportamento.
Quando le cose si fanno chiare è facile cambiarle.
Non dobbiamo comportarci sempre come il buon samaritano
né metterci costantemente in secondo piano
ma possiamo essere orientati verso il bene comune
verso uno scopo comune, con apertura di cuore
e in questo modo cominciare a portare
un generoso cambiamento nella nostra vita
e nell’ambiente nel quale viviamo.
Patrizia Manuela Rottigni