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Patrizia Manuela Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 5 settembre -  Meditazioni quotidiane - Giorno 248 -  DELUSIONE -


Quando una persona ti delude

non sai più cosa dire e nemmeno cosa fare.

Può essere un collega, un amico, un partner,

un figlio, un genitore, un compagno di squadra…

la delusione ti lascia impotente

o pieno di rabbia

oppure in un modo tutto tuo

che in ogni caso non funziona e non ti piace.

È successo a tutti almeno una volta,

magari già alle scuole elementari,

anche tra fratelli da piccoli o crescendo.

A qualcuno è successo di rado,

a qualcun altro capita molto spesso

ma il risultato è lo stesso:

non sai cosa fare, ti mancano le forze,

hai voglia di scappare o di rompere tutto,

o di esprimerti con quella particolare reazione.

I modi e le situazioni sono innumerevoli

con una differenza sostanziale:

te ne puoi andare e seguire la tua vita,

oppure devi rimanere lì, non hai scelta.

Nel primo caso te ne vai

e in un certo senso la situazione è risolta

a patto che tu non diventi preda del rimuginio,

che si rivela una trappola piuttosto spiacevole.

Nel secondo caso sei li e ti senti in trappola.

Non sai come fare a lasciare il tuo partner,

ti dispiace abbandonare il genitore o l’amico,

non puoi lasciare il collega o il capufficio

perché non riesci a cambiare lavoro,

il senso di responsabilità ti impedisce di andartene

e lasciare i figli alle proprie bizze e al proprio destino,

piccini, adolescenti o universitari, quale che sia la loro età.

E la delusione ti addolora (o ti attanaglia).

In quale situazione ti riconosci?

Come sempre per lavorare sul tema

portati al tuo interno

nel tuo spazio di ascolto interiore.

Trova una buona posizione per meditare

e comincia a focalizzarti sul respiro.

Se il tema è per te particolarmente ostico

puoi prepararti con un buon allineamento

già visto per es. gg 108, 205 (breve) e altri.

Il respiro ti porta in profondità,

l’allineamento di radica e ti sostiene,

quando ti senti pronto prosegui la meditazione.

Riprendi il tema con la persona che ti ha deluso,

senti la reazione che ha scatenato in te

valuta la possibilità di restare o andartene.

Analizza la situazione con cura,

osserva in quale modo avresti potuto muoverti

e come avrebbe potuto agire diversamente l’altro.

Quali sono gli strumenti a tua disposizione?

E i suoi?

Non cosa dovrebbe fare a tuo parere,

bensì cosa è realmente in grado di fare.

Considera la delusione da tutti i punti di vista

con tutte le sfumature e le soluzioni possibili.

Respira

Lascia che la situazione si dipani di fronte a te.

Respira.

C’è una conclusione importante

che ti aiuta in ogni caso

sia che tu ti allontani con un residuo di rimostranze inespresse

che generano appunto il rimuginio di fondo,

sia che per te sia impossibile liberarti della situazione

con tutte le conseguenze che questo comporta.

La conclusione è semplice:

non puoi pensare di cambiare l’altra persona.

Puoi solo cambiare la tua reazione alle sue azioni.

Se ti ha deluso, è successo perché avevi delle aspettative.

Se ti ha deluso è perché si è creato uno spazio

all’interno del quale l’altro potesse agire

in un modo a te sgradito, diciamo che ha potuto.

Se ti ha deluso è perché le parole non erano chiare.

Se i ha deluso è perché la tua valutazione

non era aderente alla realtà, come hai notato.

Ora respira,

portati in uno spazio neutrale in cui osservi la situazione.

Tu cosa puoi fare di diverso?

In che modo puoi modificare il tuo agire

cosicché il disagio che provi, la delusione,

si trasformi in accettazione di quello che è.

Certo, ci potrà essere un senso di dolore, di rabbia,

l’idea di aver fallito o di non essere capace, o altro,

ma se comprendi quello che tu puoi essere

e come puoi sentire e agire, senza aspettative

non importa se sei ancora lì o se uno di voi se ne va,

succede che ti trovi in uno spazio diverso,

succede che quel che la persona fa, non lo fa a te,

comprendi che lo fa e basta, perché è quel che sa fare

e che è un suo grande problema, non tuo,

anzi, non ha niente a che fare con quello che tu sei.

Respira.

C’è una bella differenza, vero?

Ora immagina la persona davanti a te,

così com’è, con tutti i suoi squilibri,

alla fine è perfetta, perché lei è così.

Ora guardala negli occhi e dille:

“Mi dispiace che non ci sia armonia tra noi,

mi dispiace se non riesco a farmi comprendere

probabilmente utilizzo le parole sbagliate.

“Credevo che tu mi avessi deluso, ma non è vero,

sono state deluse le mie aspettative,

sono stati delusi i sogni in cui mi lasciavo condurre da te

perché non ero consapevole delle mie reali forze,

sono rimasto deluso per le cose che mi hai raccontato

e alle quali avevo creduto perché desideravo che fosse così.

“Quello che è rimasto deluso non era reale

e ti ringrazio per avermi permesso di vedere

come sono davvero le cose.

“Ti auguro ogni bene e ti lascio andare,

dentro di me nulla ti trattiene

anche se continueremo a vederci ogni giorno”.

Poi fai un respiro profondo,

anzi fanne tre

e lascia che la visione si dissolva.

Ora ascolta come ti senti

e cosa ne è della delusione

e di tutto ciò che portava con sé

e quando ti senti pronto apri gli occhi

con calma e come sai fare.

Patrizia Manuela Rottigni


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