Le persone alle quali andare a fare visita si trovano anche nei cimiteri.
In questo caso non si tratta di portare conforto a qualcuno
quanto di portare conforto a Sé stessi
o di tenere viva la memoria della persona che ha lasciato il corpo,
per quanto la sua memoria viva costantemente in noi
indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo.
Il Camposanto è un luogo silenzioso,
capace di generare molta pace e, perché no, serenità.
I fili spirituali intessuti fra le anime dei defunti e noi stessi
non vengono spezzati dalla morte, continuano ad esistere,
divengono anzi molto più profondi dopo la morte di quanto non lo fossero qui.
Quanto ho detto va accolto come una verità solenne, colma di significato.
(Rudolf Steiner)
Oggi meditiamo concentrandoci sulle persone che riposano al cimitero.
L’obiettivo è duplice: ravviare la memoria della persona
e rasserenare il nostro spirito.
Molti provano un dolore talmente forte da non avere la speranza
di tornare a vivere in modo naturale e sereno,
altre vivono con serenità il distacco serbando nel cuore il ricordo.
Cosa fa la differenza?
Noi! E alcune importanti questioni da valutare.
Portati al tuo centro.
Espira
Inspira
Controlla la postura del corpo
Trova il tuo spazio di ascolto interiore
e continua a utilizzare il respiro
per entrare sempre più profondamente in te.
Ora ascoltati.
Cosa provi normalmente quando pensi
a una persona cara che non è più fisicamente sulla terra?
Non ti posso certo dire come stai tu e come vivere la questione
posso solo passarti alcune intuizioni profonde
dettate dall’esperienza personale e da quella delle persone
che ho supportato in momenti di distacco e di perdita.
La prima cosa da considerare è che le emozioni di dolore,
di paura, di solitudine, di abbandono, di perdita
producono tutte una frequenza energetica bassa
perché sono onnipresenti il dispiacere, la pena, la tristezza, ecc.
Ci si identifica con il dolore e non è più possibile vivere.
In molti casi c’è anche dispiacere per la vita che se ne è andata
ma non è (e non può essere) mai dispiacere puro per l’altro,
la nostra componente emotiva esiste, va considerata e rispettata
e ritrovarsi senza la persona cara ha un potente impatto emotivo.
Ricorda però che le frequenze basse hanno un effetto pesante,
ti affaticano, ti tolgono voglia di fare e di vivere
non te la senti di ridere, di sperare, di tornare a vivere
fino a generare gravissimi disagi fin nel corpo fisico.
Quando subisci una perdita sei come una persona in riabilitazione
Quindi hai bisogno di energia, di vitalità e di apertura al mondo.
La situazione peggiore si presenta quando sono rimaste
delle questioni irrisolte tra te e colui che se ne è andato.
La psichiatra svizzera Elizabeth Kübler-Ross parla chiaramente
di come la maggioranza delle persone porti delle pendenze.
Sono questioni irrisolte e traumi che si schiudono nel momento della morte.
Aver chiarito queste faccende prima del passaggio
è liberatorio per chi se ne sta andando
e lo è particolarmente per chi resta sulla terra
perché offre la sensazione di aver sistemato le cose.
Allora resti qui e quando pensi a quella persona sei capace
di provare affetto, rispetto, amore, pace, presenza,
e la sensazione di esserci, di essere ancora in contatto interiormente
nonostante la distanza siderale che vi separa.
Questo è quello che puoi trovare dentro di te.
Questo è quello che puoi portare alla persona che se ne è andata.
Trattenere il dolore non solo non ti è di aiuto,
ma blocca l’evoluzione animica di chi ci ha lasciato.
Le Anime passano attraverso la barriera verso l’altra dimensione
e entrano nel Bardo, dove sono accolte dai loro cari già scomparsi,
che nella forma spiriuale aiutano i nuovi trapassati a riambientarsi in quelle dimensioni.
Questo rende più facile la loro transizione.
Quando invece uno dei cari vivente reprime le lacrime (o piange sempre)
o non dà sfogo al suo dolore, o non trova la Pace,
le Anime dei defunti non riescono a compiere il naturale processo
e a distaccarsi dal mondo fisico, restano intrappolati.
E in qualche modo anche chi rimane resta intrappolato e non riprende a vivere.
Ora valuta come ti senti,
se sei in pace con le persone care che se ne sono andate,
se hai questioni irrisolte, faccende non raccontate o altri traumi di vario genere,
se sei arrabbiato, se non volevi che morisse, se ti senti abbandonato, tradito e ferito,
in pratica tutto ciò che non hai potuto chiarire in vita e che è bloccato e blocca entrambi.
Preferisci scrivere o parlare?
Se ami scrivere mettiti comodo con carta e penna
e affida alla scrittura tutto ciò che è rimasto sospeso.
Puoi rimanere sereno e centrato, piangere, ridere… va bene tutto quello che emerge.
Quando hai terminato pieghi il tuo scritto, lo metti in una busta e lo intesti alla persona cara.
Poi vai al cimitero. Se vuoi puoi rileggerlo davanti alla tomba, ma solo se ti va.
Infatti non è obbligatorio.
La cosa da fare è immaginare di avere davanti a te la persona,
offrirle la busta e poi accenderla, perché bruci completamente,
lasciando che le ceneri si disperdano lì attorno.
Se preferisci parlare, limitati a fare un piccolo elenco.
Quando sarai sulla tomba lo potrai utilizzare come traccia
per parlare con la tua persona cara, poi brucerai l’elenco
seguendo le stesse modalità appena descritte.
Puoi concludere il rituale con una preghiera che ti piace,
che sia codificata o che sia creata da te al momento.
Così, quando in futuro tornerai a trovare al cimitero,
porterai con te delle vibrazioni elevate insieme a buoni pensieri,
che saranno utili a entrambi e doneranno energia, forza, amore
e tutte quelle belle frequenze che ti aprono alla vita
e che permettono alla persona di vivere serenamente nella nuova dimensione
Om Shanti
Patrizia Manuela Rottigni