La versione più famosa della meditazione con la montagna è quella di Jon Kabat-Zinn. Valorizza il significato antico della montagna, dalle tavole di Mosé sul monte Sinai, alla sede degli dèi sull’Olimpo, fino al monte Meru, la montagna sacra nella mitologia induista e buddhista. L’archetipo della montagna può essere confrontato con la nostra esistenza e il nostro corpo, seduto e solido, può aiutarci a “sentirci montagna”. Nella meditazione i oggi ci ispiriamo a questi insegnamenti.
Portati nel tuo spazio di ascolto interiore
controlla la posizione dei piedi e della colonna
e inizia a respirare tranquillamente
e profondamente.
Espira
Inspira
e lascia che il respiro ti culli.
Senti il respiro
lascia che ti tranquillizzi
espira
inspira
permettigli di accompagnarti dentro di te
e di mostrarti la figura di una montagna,
la più bella montagna che conosci o che ti è nota
e lasciati ispirare dalla sua forma.
Guardala ben radicata nella terra e osservala dalla base,
mentre lo sguardo sale trova i versanti ripidi o dolcemente digradanti
fino a incontrare la cima, la vetta più elevata, lassù.
Nota quanto è massiccia, immobile e bella
sia da lontano con il profilo della sua forma
sia da vicino, con i suoi dettagli.
Forse la tua montagna ha la cima innevata
e le rocce hanno colori particolari, grigi, rosa, bianchi…
Alle quote più basse ci sono dei boschi, o forse una serie di crinali
o ancora la cima potrebbe essere un ampio altopiano.
Quella che stai visualizzando è la tua montagna e tu sei seduto
e respiri con l'immagine della montagna, la osservi nelle sue caratteristiche
e man mano che respiri la assimili dentro di te.
Respira.
il tuo corpo diventa uno con la montagna,
“è” la montagna.
Senti nel corpo il senso di elevazione della montagna
e la colonna vertebrale è l’asse su cui si erge, immobile.
Sei una montagna che respira, immobile e forte, al di là di parole e pensieri,
una presenza incentrata, radicata, impassibile. Solida.
Mentre il sole compie il suo percorso luce, ombra e colori mutano
e nell’immobilità della montagna i cambiamenti avvengono di ora in ora.
Le stagioni si susseguono, il clima muta da un giorno all’altro,
momento dopo momento, l’immobilità ospita costanti cambiamenti.
D’ estate non c’è più neve sui monti, salvo le cime più alte,
in autunno i colori brillanti e fiammeggianti formano un cromatismo cangiante
e d’inverno una coltre di neve e ghiaccio crea toni e varianti dello steso colore.
Quando arriva la primavera, gli uccelli tornano a cantare fra gli alberi,
le foglie spuntano di nuovo sui rami che le avevano lasciate cadere in autunno,
i fiori sbocciano negli alpeggi e sui versanti,
i torrenti ribollono d'acqua mentre le nevi si sciolgono.
In qualsiasi stagione troviamo le nubi o la nebbia o la pioggia gelida.
E lei è lì, immobile, con il sole o le nuvole, arsa o ghiacciata,
semplicemente siede, fedele a se stessa.
Limitandosi a essere se stessa, la montagna accoglie e offre riparo
a innumerevoli forme di vita: fiori, piante, acque, animali.
Ognuno vive la propria esistenza, raccoglie cibo, costruisce ripari,
dà vita a nuovi nati, cresce, invecchia, muta, evolve, muore, rinasce.
I turisti vengono a osservarla, la amano oppure non la apprezzano,
accendono fuochi, cucinano cibi, si lavano con le sue acque,
si nutrono con i suoi frutti, raggiungono rifugi, vette e alpeggi
si beano del tepore del sole o godono o delle nevi e dei ghiacci.
E intanto la montagna è lì, seduta, impassibile alle offese del clima,
a ciò che accade sulla superficie, al mondo, ai giudizi, alle apparenze.
Sei seduto con questa immagine nella mente e al tempo stesso sei la montagna.
Percepisci in te l’immobilità, il radicamento e la forza
di fronte a qualsiasi cambiamento che avviene nella tua vita
ogni secondo, ogni ora, ogni anno. Sei sempre tu, centrato.
Nella pratica meditativa, che sia quotidiana o meno,
sperimenti la natura mutevole della mente, del corpo e del mondo esterno.
Sei soggetto a periodi di luce e oscurità, di colori vivaci e di monotonia,
hai attraversato bufere intense che avevano origine nel mondo esterno
o che nascevano in te, dal tuo Essere più riposto e profondo.
Flagellato da forti venti, dal freddo e dalla pioggia, sopporti oscurità e sofferenze
e sai gioire e godere nei momenti di calma, di entusiasmo, di luce
Anche il tuo aspetto varia costantemente, come quello della montagna
sensibile ai mutamenti climatici e alle intemperie.
Trasformandoti.
Nel tuo essere montagna puoi penetrare nella sua forza e stabilità
e farle tue, usando le sue energie a sostegno dei tuo sforzi
per affrontare ogni momento con consapevolezza, equanimità e chiarezza.
I pensieri, i sentimenti, le preoccupazioni, le bufere emotive e le crisi,
qualsiasi cosa ti accada, somiglia molto alle intemperie che la montagna subisce.
Eppure è sempre lì.
Non sono solo eventi personali, le caratteristiche degli eventi sono spesso impersonali.
Le intemperie che accadono nella nostra vita non possono essere ignorate o negate,
vanno affrontate, accolte, sentite e comprese per quello che sono
le possiamo osservare attentamente e riconoscerle perché non ci diventino fatali.
Così puoi stare in pace, proprio come la montagna, nonostante gli eventi,
nel silenzio, con una tranquillità e una saggezza più profondi e incrollabili
di quanto avresti mai creduto possibile, solido e centrato
così da non lasciarti sopraffare neppure dalle tempeste.
Ascolta la montagna, ti sta insegnando tutto questo.
La montagna può aiutarti a acquisire la stabilità,
sapendo che tu, in quanto essere umano, sei più complesso,
sei una montagna che non solo respira, ma si muove, danza; incontra, esprime,
puoi essere solido, fermo e incrollabile e al tempo stesso malleabile, tenero e plasmabile.
In te esiste un vasto arco di potenzialità, puoi vedere e sentire, sapere e capire.
Puoi imparare, crescere e guarirti, soprattutto se sai ascoltare
percepire l’armonia interiore delle persone, delle situazioni e delle cose
soprattutto se sai mantenere la perpendicolarità della montagna.
Oggi mantieni lo uno spazio di solidità e tranquillità
che ti ha donato la montagna, senza cercare sensazioni specifiche.
Potrai utilizzare questa dimensione di solidità e centratura
ogni volta che sentirai il bisogno di recuperare le energie e la calma
sono rimaste in te e le troverai anche se non stai meditando.
Patrizia Manuela Rottigni