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Patrizia Manuela Rottigni

UN PENSIERO PER TE – 24 novembre -  Meditazioni quotidiane - Giorno 328 - NARCISISMO -


Quella di oggi non è una meditazione come le altre.

Non ti dirò di ascoltarti e di valutare ciò che leggi a ogni paragrafo,

come accade nelle altre meditazioni, lo farai da solo.

Leggi, ascolta, respira

e senti se e in quale misura la cosa ti riguarda.

Il narcisista non è consapevole della sua condizione.

Non lo dico per giustificarti se sei narcisista.

Non lo dico per rincuorarti se sei partner di un profilo narcisista.

Però è vero che la natura di chi soffre di disturbo narcisistico

gli impedisce di aprirsi e di chiedere aiuto perché solo in casi sporadici

riesce a comprendere la sua condizione e le conseguenze

che genera nella propria vita e in quella degli altri.

Il narcisista non riesce mai a sapere cosa gli piacerebbe fare,

cosa lo potrebbe rendere felice e con lui, far felice l’altro.

In sintesi non è capace di decidere per il proprio benessere.

Da qui sorge il resto dei problemi.

La mancanza di empatia è il tratto più distintivo e, a voler guardare,

chiunque sia privo di empatia può essere diagnosticato narcisista,

invece le persone che presentano alti livelli di empatia,

anche se manifestano altre caratteristiche del disturbo

non necessariamente sono da considerare narcisiste.

Il fatto è che, all’inizio, la mancanza di empatia non è evidente.

Quando entra in relazione segue una sorta di copione,

il ciclo della storia è standardizzato: il partner del narcisista lo idealizza

e il narcisista si sente bene, benissimo. Bello, importante, felice.

E’ quello che ha funzionato male nell’infanzia e lo ha reso così

(troppe attenzioni - o troppo poche, con molti rimproveri e umiliazioni).

Il secondo passaggio è la svalutazione, ma il partner non comprende

e si adegua, perché all’inizio il narcisista è stato - ed è - perfetto,

fantastico, così attento, splendido, con sorprese e cure,

quindi il partner gli dà ragione e si abbatte, si svaluta, cede.

Da lì all’ultimo passo c’è molta sofferenza, che culmina con l’abbandono.

Scaricato come un oggetto, senza cura, senza pietà, senza attenzioni.

E subito è pronta una nuova relazione, fantastica e appagante,

che il narcisista sbandiera in faccia alla vittima precedente, annientandola.

Il copione si ripete, per questo ti avverto: le relazioni del narcisista

sono tutte prevedibili poiché seguono sempre lo stesso andamento.

Anche la vittima del narcisista ha il suo modo di entrare nella relazione,

quindi osservare il comportamento del narcisista è solo un aspetto

l’altra parte si riferisce alla vittima al suo modo autolesionista

di riconoscere, decodificare ed elaborare i segnali inviati dal narcisista.

Si tratta di veri e propri campanelli d’allarme per le persone sane

utili per non cadere nella trappola, ma la vittima

ha una personalità dipendente e abbandonica e, ahimé,

è la persona perfetta per subire: idealizzazione – svalutazione – abbandono

i tre elementi che nutrono il narcisista e lo fanno vivere (male).

Il narcisista non è in contatto con il proprio io più profondo,

semplicemente non ce la fa e dubita dei suoi bisogni,

dei reali gusti e interessi perché la sua attenzione è tesa

a rinforzare l’immagine che ha di Sé stesso e che gli altri hanno di lui,

i suoi racconti descrivono quanto sia stato magnifico in certe occasioni,

molte scelte si basano sul giudizio degli altri e sull’effetto che creeranno,

dagli studi universitari al luogo per le vacanze, dalla casa alla macchina,

dall’abbigliamento alle suppellettili, lavoro e amicizie inclusi.

Nel disperato tentativo di costruirsi una vita perfetta, non ha soddisfazioni

perché quello che ha scelto non è quel che vuole davvero,

ma quello che, secondo i suoi criteri inconsapevoli, dovrebbe volere.

Il narcisista si è costruito una vita di infelicità e non sa come uscirne.

Si sente spesso insoddisfatto e scarica la responsabilità sugli altri,

I disagi emotivi e la prostrazione che riserva al partner

(quindi anche a un eventuale socio in affari)

sono solo un effetto collaterale del su0 disturbo di personalità.

Agisce perché ha un disperato bisogno emergere, ma dentro è isolato

Si sente scollegato dal mondo e ha la certezza di non poterci farci nulla.

Per ricevere approvazione manipola gli altri ed è un maestro.

Usa la seduzione e l’adulazione cui fa seguire senso di colpa e vergogna

nei quali la personalità dipendente del partner cade facilmente.

Infatti si circonda di persone che sono capaci di apprezzarlo,

hann

o personalità strutturata su misura, vivono la sindrome abbandonica,

o presentano un disturbo di dipendenza che lo possa assecondare.

In realtà è incapace di ascoltare il punto di vista degli altri,

di capirne le emozioni e di attivare azioni costruttive,

i suoi atteggiamenti sono fortemente distruttivi.

Non ci sono pacche sulla spalla per tutto ciò che di buono l’altro fa,

bensì scenate tremende e parole di svalutazione per ogni minimo errore,

così che il narcisista possa provare sempre la sensazione effimera

di essere la persona migliore di tutte… ma dura solo pochi istanti.

Tutte queste caratteristiche non sono una colpa

ma meccanismi di difesa che usa per sopravvivere.

È cresciuto in un ambiente emotivamente abusante

che ha lasciato segni profondi in lui

e per evitare di essere abusato di nuovo attua questi meccanismi di difesa

non ha imparato a riconoscere il proprio valore

attraverso le sue caratteristiche interiori,

ma attraverso la proiezione con l'esterno,

ricevendo cure e approvazione dagli altri.

Non si accorge di essere un attore, la sua maschera non è una recita,

crede sinceramente di essere quella persona che ha imparato a essere

ma è solo una risposta all'abuso affettivo e psicologico che ha subìto.

Non riflette consapevolmente su come stia manipolando qualcuno

per nutrire il proprio falso sé, semplicemente lo fa e basta.

Però conosce la differenza tra ciò che è buono e ciò che non lo è

e sa molto bene quando mente e manipola le proprie vittime.

La vittima del narcisista è in una condizione opposta ma analoga,

non sa come uscirne e lesiona se stesso, sempre inconsapevolmente.

Crede che quella sia l’unica strada da percorrere, fino a quando,

finalmente, inizia a chiedersi: “ma io trovo solo persone così”?

Che tu sia narcisista o dipendente, che tu lo sia al 5% o del tutto

puoi uscirne, puoi ascoltarti, puoi vivere in modo soddisfacente.

Ricordalo.

Non serve sapere tutto per aiutare qualcuno,

quando si ha il puro desiderio di condividere e ascoltare, si è già fatto un grande passo,

Se vuoi dare supporto a qualcuno che è in difficoltà chiedi al tuo Sé superiore:

"mostrami come aiutare questa persona" e verranno parole che non sapevi di avere.

Se la persona in difficoltà sei tu, chiedi al tuo Sé superiore:

"mostrami come aiutare me stesso in questo frangente" e verranno soluzioni che non immaginavi.

Lokah Samastha Sukhino Bhavantu (che le persone di tutti i mondi possano essere felici)

Patrizia Manuela Rottigni


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